Dall’ago aspirato alla tomosintesi e alla microbiopsia. A Lecce un corso di formazione illustra le nuove tecnologie per ridurre la mortalità per tumore della mammella

L’ecografia 3D, la mammografia, l’ago aspirato ecoguidato, la risonanza, la Pet/Tac, la microbiopsia, la tomosintesi. Tutta una serie di tecnologie e procedure che oggi sono a disposizione del senologo per diagnosticare, stadiare e curare il carcinoma mammario. Per ridurre i falsi negativi, il cancro-intervallo e gli errori di valutazione dell’operatore, sempre possibili.

Si è parlato di tutto questo al Corso-evento sulla neoplasia della mammella che il senologo della Asl di Lecce, Antonio Carriero organizza ogni due anni, per aggiornare sulle nuove tecniche di prevenzione e sulle procedure diagnostiche.

Il convegno dal titolo “Problematiche diagnostiche e gestionali in senologia” è riservato a 100 specialisti che abbracciano ogni aspetto della patologia: dalla diagnosi alla cura, dalla psicologia ai disagi sociali.

Nella provincia di Lecce di tumore alla mammella ogni anno muoiono circa 150 donne e più di 500 sono quelle colpite. Questo nonostante la Asl leccese sia tra le migliori in Italia per numero di adesioni allo screening mammografico con una percentuale del 78,6.

«Obiettivo del convegno – spiega il dr. Carriero – è acquisire nuove conoscenze tecnologiche per ottimizzare la diagnosi della neoplasia mammaria. Ciò presuppone la conoscenza della situazione demografica locale della popolazione femminile con neoplasia e come porgersi psicologicamente nel rapporto paziente-medico e paziente-società. E tra le varie strategie di trattamento è importante l’unione inter-specialistica.
Le nuove conoscenze tecnologiche interessano sia l’aspetto fisico delle radiazioni utilizzate, sia le stesse apparecchiature, quali l’ecografia 3D, la tomosintesi, la RM e la CESM (mammografia con mezzo di contrasto – ndr.)».
La comunicazione – è stato sottolineato – è un fattore determinante per la prevenzione. Ma rientra nelle cure anche il rapporto paziente-medico.

Ultimamente la Asl di Lecce ha fornito i Presidi Territoriali di Assistenza di mammografi di ultima generazione, dotati di tomosintesi.

«Adesso però è necessario passare dall’acquisizione della tecnologia all’erogazione del servizio», ha rimarcato il direttore sanitario Asl, Rodolfo Rollo, lasciando intendere che c’è ancora tanto da fare sul fronte dell’organizzazione delle prestazioni.

«Con lo screening – aggiunge Rollo – riusciamo a fare diagnosi precoci. Sono diversi i tumori della mammella e gli strumenti utilizzati al momento opportuno consentono di raggiungere un’altissima percentuale di guarigione. Quindi è bene che gli specialisti facciano questi meeting per fare il punto sullo stato dell’arte nel nostro territorio».

Fra le novità in cantiere l’utilizzo a breve del Cesm, ossia l’uso del mezzo di contrasto nelle mammografie assistite da risonanza. Il dr. Carriero fa anche un appello alle donne.

«Se un esame risulta negativo e dopo 3-4 mesi la paziente avverte qualcosa – consiglia il senologo – deve necessariamente rientrare subito nei controlli e non aspettare i tempi di una prenotazione . La collaborazione delle pazienti riduce di molto il cancro-intervallo».

«Il cancro-intervallo è un tumore occulto che non sempre viene apprezzato dal mammografo – spiega il dr. Beniamino Brancato, di Ispro Firenze, l’istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica – Ma magari si vedono nella mammografia successiva».

E’ emerso che il percorso deve essere più semplice possibile per la paziente. Con il minor numero di passaggi. Soprattutto bisogna utilizzare delle metodiche con evidenze scientifiche riconosciute e che portino a conclusioni diagnostiche rapide.