Teatro. Torna la stagione di prosa con ghini, arena, pannofino, cristicchi

Si parte il 14 dicembre. Giù il costo di biglietti e abbonamenti, spariscono ingressi di favore. Francesco Plantera: “Grande attenzione alla qualità dei titoli e degli interpreti”.

Sei spettacoli, da dicembre ad aprile, per la stagione di prosa 2016/2017 del Teatro comunale di Nardò. In collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese torna dunque la stagione teatrale con interpreti di grande suggestione come Massimo Ghini, Lello Arena, Francesco Pannofino e Simone Cristicchi. Si parte mercoledì 14 dicembre con Un’ora di tranquillità, in cui Massimo Ghini si cimenta con un testo di Florian Zeller, uno dei più apprezzati drammaturghi contemporanei, mai rappresentato in Italia. Lo spettacolo è diretto da Massimo Ghini e interpretato dallo stesso Ghini, da Claudio Bigagli, Massimo Ciavarro, Alessandro Giuggioli. Il secondo spettacolo è un classico, Parenti Serpenti, in programma sabato 21 gennaio. Si tratta di un lavoro di Carmine Amoroso per la regia di Luciano Melchionna, con Lello Arena, Andrea de Goyzueta, Marco Mario de Notaris, Carla Ferraro. Si proseguirà sabato 11 febbraio con il tradizionale Amleto, uno spettacolo curato da Daniele Pecci e Maddalena Crippa, con interpreti del calibro di Rosario Coppolino, Giuseppe Antignati, Sergio Basile, che va in scena come piccolo contributo della città di Nardò alla importante ricorrenza dei 400 anni della morte di William Shakespeare. Sabato 11 marzo tocca a Capatosta, scritto da Gaetano Colella per la regia Enrico Messina, con Gaetano Colella e Andrea Simonetti, uno spettacolo di “teatro civile” sulla vicenda Ilva dagli effetti sorprendenti, in cui si ride, ci si commuove, si riflette (parecchio). Sabato 18 marzo è il turno de Il secondo figlio di Dio, scritto da Manfredi Rutelli e Simone Cristicchi, per la regia di Antonio Calenda, che tra gli interpreti vede proprio lo stesso Cristicchi. Uno spettacolo quest’ultimo ispirato alla vicenda incredibile, ma realmente accaduta, di David Lazzaretti, detto il “Cristo dell’Amiata”. Infine, sabato 1 aprile si chiude con I Suoceri albanesi, di Gianni Clementi, per la regia di Claudio Boccaccini, con Francesco Pannofino ed Emanuela Rossi.
I costi per biglietti e abbonamenti, rispetto alle scorse stagioni, sono diminuiti di circa il 10%. Il biglietto per i posti di platea e palco centrale è di 14 euro (12 il ridotto), per palco laterale 12 euro (10 il ridotto), per proscenio e loggione 8 euro. L’abbonamento ai sei spettacoli costa 71 euro (59 il ridotto) per platea e palco centrale, 59 euro (49 il ridotto) per palco laterale, 43 euro per proscenio e loggione. La vendita di biglietti e abbonamenti inizierà tra circa un mese. Altra novità importante è la decisione dell’amministrazione comunale di rinunciare a ogni diritto di prelazione su biglietti e abbonamenti, omaggi e altri vantaggi per il sindaco, gli assessori, i consiglieri comunali. Anche quest’anno la Cooperativa Terrammare assicurerà i servizi di custodia, vigilanza, pulizie ordinarie, accoglienza delle compagnie, accoglienza e gestione del pubblico, servizi di sala, biglietteria elettronica, comunicazione e promozione delle attività, gestione della sicurezza.
Una stagione di teatro che, come sempre, guarda anche alle famiglie, ai giovani e giovanissimi, con la rassegna La scena dei ragazzi 2016/2017 e un programma di dodici rappresentazioni suddiviso in Piccoli sguardi, gli spettacoli domenicali dedicati alle famiglie, e i Matinée, gli spettacoli dedicati al pubblico scolastico (già partiti) a cura di importanti compagnie specializzate nel teatro per ragazzi.
“Sono molto soddisfatto del cartellone che siamo riusciti a mettere in piedi – commenta l’assessore alla Cultura e al Turismo Francesco Plantera – con una grande attenzione alla qualità dei titoli e degli interpreti. Il programma è variegato e molto interessante, con appuntamenti inediti e molto originali, come ad esempio quello che vede protagonista Cristicchi. Due le scelte con cui abbiamo voluto caratterizzare la proposta teatrale. La prima è la riduzione del 10% del costo di biglietti e abbonamenti, un piccolo e significativo tentativo di mettere il teatro alla portata di più persone possibile. La seconda è la cancellazione di ogni privilegio previsto sino a ieri per gli amministratori comunali. Al netto dell’esiguo numero di posti del nostro teatro, tutti devono poter avere la possibilità di accesso e eliminando gli ingressi di favore abbiamo, di fatto, sottratto il teatro di Nardò e la stagione teatrale da intollerabili anacronismi”.