I delicati sistemi ipogei dell’area della Sarparea

Il Comitato Salviamo la Sarparea, nella sua quotidiana opera di sensibilizzazione e informazione, mette in luce tutti gli aspetti che vanno tutelati e preservati nell’area della Sarparea a Sant’Isidoro, su cui si estende il bosco monumentale di ulivi, ultimo tratto dell’antica foresta oritana.

Tra questi vi sono i delicati sistemi ipogei. Si tratta di tematiche probabilmente sconosciute ai più, oggetto di anni di studi da parte di esperti, e che meritano di essere divulgati.
È di pochi anni fa un’importante scoperta biospeleologica nella Grotta di Sant’Isidoro (Sarparea), censita al catasto delle grotte pugliesi con il codice di PU507. I ricercatori neretini Salvatore Inguscio ed Emanuela Rossi, studiosi di fama internazionale appartenenti al Laboratorio Ipogeo Salentino di Biospeleologia “Sandro Ruffo”, hanno più volte esplorato la grotta conseguendo risultati interessantissimi. All’interno, come si verifica spesso in questo genere di cavità carsiche localmente note come “spundurate”, vi è un laghetto in cui i ricercatori hanno rinvenuto organismi endemici della Puglia, adattati all’ambiente ipogeo.
Inoltre è stata scoperta la presenza di un altro organismo ipogeo molto raro, un piccolo crostaceo noto con il nome scientifico di Salentinella gracillima. Nella pubblicazione che accompagna queste scoperte, particolarmente interessante è il passaggio in cui si legge che: “La cavità non è l’unico elemento d’interesse dell’area. Nel campo subito a NW, infatti, caratterizzato dalla presenza di ulivi secolari, si aprono altri piccoli sprofondamenti (Fig. 2), alcuni dei quali si allineano secondo la direttrice N 100. Un’attenta analisi della zona porterebbe probabilmente alla scoperta di ulteriori cavità”.
La Grotta di Sant’Isidoro, con la sua ricchezza di fauna troglobia ed endemica pugliese, acquista un posto di notevole interesse nel panorama carsico regionale e, tenendo conto che nella stessa non sono mai state segnalate specie troglofile né troglossene, presenta il massimo indice di specializzazione di questa comunità cavernicola. Un’ulteriore riflessione, dunque, sull’importanza dell’area della Sarparea non solo per i preziosi monumentali ulivi, ma anche per i delicati ecosistemi ipogei.