NARDO’, CASILI (M5S): “POTENZIARE IMPIANTI DI DEPURAZIONE. NO CONDOTTE SOTTOMARINE.”

Quella dei depuratori degli agglomerati di Nardó e Porto Cesareo è una tematica che, purtroppo, si caratterizza per scarsa chiarezza e tanta confusione.

Negli ultimi tempi AQP è ritornata su più territori a sostenere con forza la necessità di ricorrere alle dannose condotte sottomarine che nessuno vuole. “Segno che non c’è la volontà da parte di Acquedotto Pugliese di garantire la qualità del refluo finale, questo dobbiamo capirlo in fretta se non vogliamo che il nostro territorio subisca l’ennesimo sfregio. – lo dichiara il consigliere regionale M5S Cristian Casili vice presidente della Commissione Ambiente – In questa fase così delicata per il Comune di Nardò e per quello di Porto Cesareo, l’obiettivo fondamentale è strappare ad AQP la garanzia che impianti tecnologicamente avanzati assicurino la massima depurazione fino ai limiti prefissati dal D.M 185/2003; un target da centrare anche per Porto Cesareo. Del resto senza il raggiungimento di alti livelli di depurazione non possiamo neanche parlare di riutilizzo irriguo.”

A riguardo il Comune di Nardò, considerando il Protocollo di intesa di settembre 2015, avrebbe a disposizione 3,5 milioni di euro sufficienti per dotarsi di un impianto tecnologicamente di tutto rispetto. Uno step funzionale e organico alla sistemazione della rete fognaria delle marine di S. Isidoro, Torre Squillace, Santa Caterina e Santa Maria al Bagno, con un intervento finanziario di 8 milioni di euro “che non possiamo permetterci di sprecare. – sottolinea Casili – Vorrei rimarcare infine che se la situazione sanitaria di Porto Cesareo è allarmante, tanto da essere oggetto di procedura di infrazione, quella delle nostre marine non brilla per inquinamento e problemi sanitari.”

Il consigliere salentino sottolinea come spesso venga citato impropriamente l’impianto di Fasano come modello da mutuare sul territorio, un impianto che, evidenzia Casili, “non rappresenta affatto un riferimento perché per tutto l’anno scarica comunque refluo fognario a mare e in battigia”, con quantità che diminuiscono solo durante il periodo estivo grazie al ricorso all’uso irriguo. “Abbiamo chiesto con forza ad Emiliano e alla sua Giunta di modificare il Piano di tutela delle acque che tuttora per Nardó prevede lo scarico a mare – conclude – è un passaggio imprescindibile in assenza del quale ci si prende solo in giro parlando d’altro o, peggio, nascondendosi dietro espressioni come “scarico emergenziale”. “