I SOGNI PROFETICI DI “QUERIDA AMAZONIA”

La sera del 27 marzo scorso Papa Francesco, da leader mondiale, è apparso solo in una piazza San Pietro deserta e desolata e all’umanità, travagliata ed oppressa dalla pandemia a causa del coronavirus, ha rivolto un messaggio potente nella sua essenzialità: “Nessuno si salva da solo”. Messaggio, questo, destinato a passare alla storia perché presenta con chiarezza la visione profetica di un leader mondiale che, come guida della famiglia umana, apre la strada ad un processo globale di pace.
A differenza di tanti osservatori che guardano solo al presente e non si preoccupano del futuro, il Papa sta vivendo questo passaggio della storia dell’umanità come una sorta di dolorosa opportunità da cui partire per ricostruire un altro modello culturale. Nell’Omelia della Messa della Veglia pasquale nella Basilica di San Pietro vuota, Egli ha invitato a “non cedere alla rassegnazione, ad avere coraggio e speranza”, a guardare il presente con gli occhi delle donne del Vangelo che “non cedono alle forze oscure del lamento e del rimpianto, non si rinchiudono nel pessimismo, non fuggono dalla realtà e preparavano nel buio di quel sabato, senza saperlo, l’alba del giorno che avrebbe cambiato la storia”. Il filosofo del diritto e costituzionalista Luigi Ferrajoli nell’Omelia del Papa ha visto l’affermazione del “diritto alla speranza” come “diritto fondamentale “ che si contrappone ad “ogni accettazione passiva di quanto accade come inevitabile” (Il diritto rivendicato dal Papa Il diritto alla speranza, in newsletter, del 18 aprile, dal sito “Costituente terra”). Questo momento di crisi che l’intero pianeta sta vivendo può farci ritrovare la speranza di un mutamento di rotta del nostro vivere sociale e crearci un’opportunità di conversione sociale, economica ed ecologica che aiuta a riscoprire le indicazioni dell’enciclica Laudato sì (24 maggio 2015) (Cfr., Papa Francesco e la crisi del coronavirus.Un’intervista sul “coraggio di guardare più avanti” del giornalista britannico Austen Ivereigh, 8 aprile 2020 a cura di Antonio Spadaro).
Il 12 febbraio 2020 il Papa aveva pubblicato l’Esortazione Apostolica post-sinodale “Querida Amazonia” (Amata Amazzonia . QA) che riprende il tema dell’Enciclica Laudato Sì sulla difesa dell’ambiente e dei diritti delle popolazioni indigene ed invita ad ascoltare, sia come persone di buona volontà che come battezzati, il grido della Terra quanto il grido dei poveri oppressi e sfruttati. Il sogno del Papa è “promuovere un’Amazzonia che integri e promuova tutti i suoi abitanti perché possano consolidare un buon vivere” (QA, n. 8). L’approccio ecologico non si può separare da quello sociale perché non ha senso parlare dell’ambiente ed ignorare la giustizia che reclamano i popoli che abitano quella terra, perché questi problemi sono interconnessi. La loro soluzione passa da uno sforzo e un impegno corale che il Papa sollecita fermamente, proprio perché “nessuno si salva da solo”-.
L’immagine del Papa che prega in solitudine in piazza San Pietro e che ha commosso perfino gli atei, ha dato però occasione ad un gruppo di cattolici ultraconservatori, che hanno come punto di riferimento il Cardinale americano Raymond Burke e l’italiano Salvini, “di avanzare l’idea che il coronavirus è la punizione divina per il si di Francesco alle comunioni sacrileghe a divorziati e risposati”. Questa ed altre organizzazioni ultracristiane americane, finanziano i movimenti e le associazioni di estrema destra (Cfr,C’è la pandemia. E dagli Usa attaccano il Papa, scritto da Redazione di “La repubblica”, 20 aprile 2020) e danno “ al clericalismo reazionario –scrive Alberto Melloni- la facoltà di attaccare l’esecutivo con argomenti pseudo-religiosi e lavorano contro l’unità della Chiesa e contro il Papa” (Quel silenzio da riempire nelle chiese, in “La Repubblica”, 25 aprile 2020).

L’Esortazione Apostolica: “Querida Amazzonia” e il documento finale del Sinodo
La grande attesa che si era creata sull’ordinazione sacerdotale dei cosiddetti viri probati e sull’accesso delle donne all’ordine del diaconato, argomenti che il Sinodo aveva approvato con una larga maggioranza, ha fatto passare in secondo ordine la Esortazione Apostolica Querida Amazonia che Raniero La Valle giudica “di una ricchezza straordinaria ed esprime un’intensità di coinvolgimento e di amore per una terra e per i poveri che la abitano quale nessun papa aveva mai manifestato finora” (Newletter 182 del 14 febbraio 2020 in notizieda@chiesadituttichiesadeipover.it). L’interesse di Bergoglio per “l’Amata Amazzonia che si mostra di fronte al mondo con tutto il suo splendore , il suo dramma, il suo mistero” (n. 1), è dovuto al fatto che, essendo quella terra una enorme riserva di biodiversità, il suo risanamento è un processo che riguarda non solo la Chiesa ma l’intera civiltà umana.
L’Esortazione Apostolica è un atto magisteriale, che ha anche una importante valenza ecologica, sia per la valorizzazione della cultura amazzonica, che per le impegnative riflessioni ambientaliste e per la denuncia delle ingiustizie, delle disuguaglianze sociali e della devastazione per interessi privati della foresta amazzonica, che è un polmone di fondamentale importanza per il nostro pianeta. La precaria situazione scio-economica di quella zona che è alla base del suo sistema sanitario molto fragile e inconsistente, spiega in parte perché la mortalità del Covid fra gli indios sia il doppio rispetto al resto della popolazione, 2,6 contro 6,4 per cento” (L. CAPUZZI, Nel cuore dell’Amazzonia brasiliana il Covid-19 uccide senza fare notizia, in “Avvenire”, 3 giugno 2020). Francesco vuole evitare la nuova forma di colonialismo e sogna una inculturazione del Vangelo dove i saperi dei popoli primitivi si fondono con la Rivelazione cristiana così come, inizialmente, essa si era incarnata nel contesto ebraico e in seguito nella cultura ellenistico-romana.
L’Esortazione “si accompagna” al documento finale del sinodo, intitolato Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per un’ecologia integrale, che Il Papa espressamente afferma di non volere “ne sostituire, né ripetere”, ma solo “presentare ufficialmente” perché esso è il frutto “della collaborazione di tante persone che conoscono meglio di me e della Curia romana la problematica dell’Amazzonia” (QA,, n.3). Per cui, anche se il documento finale del sinodo non riceve l’autorevolezza del suo consenso esplicito, esso rimane in vigore e non viene in nulla smentito. Il Papa intende principalmente “offrire un breve quadro di riflessione che incarni nella realtà amazzonica una sintesi di alcune grandi preoccupazioni che egli ha già manifestato nei documenti precedenti” ed “aiutare e orientare verso un’armoniosa, creativa e fruttuosa ricezione dell’intero cammino sinodale” (Ivi, n. 2). Perciò, ha preferito non citare il documento finale ma invitare “i pastori, i consacrati, le consacrate e i fedeli laici dell’Amazzonia ad applicarlo” (Ivi, n. 4), dopo averlo letto integralmente. Ovviamente, considerata l’importanza degli argomenti in esso trattati, l’applicazione sarà graduale e richiederà ulteriori precisazioni e canali interpretativi adeguati.
L’Esortazione ha suscitato molti commenti, quasi tutti però concentrati sul sacerdozio uxorato e sul diaconato delle donne. I conservatori si sono attribuito frettolosamente il merito di aver evitato il vulnus al celibato sacerdotale non badando che Bergoglio, a ragion veduta, non ha mai espresso valutazioni sul celibato obbligatorio e non ha escluso che in futuro ci possano essere anche i preti sposati. I progressisti, invece, pur delusi per il mancato accoglimento delle proposte votate dai due terzi dei componenti il Sinodo, hanno sottolineato che l’Esortazione non si è soffermata su soluzioni specifiche della Chiesa amazzonica perché rivolta all’intera comunità ecclesiale. Si hanno così due documenti di diverso tenore. Quello conclusivo del sinodo che contiene le proposte presentate e votate dai padri sinodali, e quello dell’Esortazione che contiene le riflessioni del Santo Padre sul cammino sinodale e che interessa tutta la comunità ecclesiale ed apre processi che richiedono tempo per la loro attuazione e quindi vanno promossi ed accompagnati.
Il Cardinale brasiliano Claudio Hummes, relatore generale del Sinodo, in una intervista esclusiva rilasciata a Vatican News il 12 febbraio scorso, sostiene che il sinodo ha avviato “un processo che non si è concluso” ed “ha aperto un percorso che dobbiamo ancora continuare a percorrere, come la Chiesa dovrà sempre fare nella storia” (Cfr, E. CUCUZZA, Card. Hummes: il Papa affida ai Vescovi l’applicazione del Documento in www.adista.it, 13 febbaraio 2020).
Il cardinale Michael Czerny, Segretario Speciale del sinodo, nella conferenza stampa per la presentazione della Esortazione, ha chiarito che il testo votato dai vescovi in ottobre è vero che «non è stato approvato» dal pontefice e quindi non ha valore di magistero, però ha “una certa autorità morale ed ignorarlo sarebbe una mancanza di obbedienza alla legittima autorità del Santo Padre”, anche perché l’ordinazione di uomini sposati è una questione che si discute da lungo tempo e che potrà esserlo ancora in futuro.
L’Arcivescovo di Plata in Argentina, VIctor Manuel Fernandez, considerato “il teologo del Papa”, in una dichiarazione su Religion Digital del 12 febbraio scorso ha precisato che non è esatto dire, “come hanno scritto alcuni media, che Francesco ha chiuso le porte o ha escluso la possibilità di ordinare alcuni uomini sposati”. Infatti, “nell’Introduzione Egli limita la portata del suo documento” e sottolinea che “per la prima volta un’Esortazione Apostolica non costituisce un’interpretazione del documento finale del Sinodo o una limitazione del suo contenuto”, ma è solo “una struttura complementare di esso” che completa “senza annullarlo” e prospetta con maggiore audacia “una Chiesa marcatamente laicale” anche in Amazzonia indicandone i percorsi di cui essa ha bisogno”. Così poi conclude. “Si tratta “di una grande novità che purtroppo non è stata notata” (Apporti innovativi di Querida Amazonia), Cfr, anche R. CRISTIANO, Querida Amazonia e il sinodo. E se avessimo capito male?, in “Formiche”, www.formiche.net, 13 febbraio2020).

“Querida Amazonia”: la cura del creato, dell’ambiente e dei poveri
L’Esortazione Apostolica è caratterizzata da un invito incoraggiante e preciso rivolto a tutta la comunità ecclesiale ad avviare, con la partecipazione attiva e responsabile dei laici, il processo sinodale che guida il Popolo di Dio a camminare insieme e a maturare insieme, anche se con lentezza, le scelte pastorali che lo Spirito suggerisce.
Padre Antonio Spadaro, Direttore de ”La Civiltà Cattolica”, in un commento dettagliato ed approfondito, nota che l’Esortazione ha uno specifico “taglio contemplativo” che si “traduce in poesia” attraverso la citazione di 16 scrittori e poeti in buona parte amazzonici e popolari. Sono citati infatti scrittori latinoamericani famosi come Pablo Neruda , Vinicius de Moraes, Mario Vargas Liosa e Thiago de Melo e sono riportati versi di poeti popolari meno noti dei diversi paesi dell’Amazzonia e numerose riflessioni di operatori sociali, ricercatori locali e di episcopati che conferiscono al testo un’inusuale novità e bellezza oltre ad un carattere sinodale inedito. Il Papa pone quindi, come parte integrante del testo, continua Spadaro, “il logos poetico e simbolico […] e l’Amazzonia diventa fonte di ispirazione artistica, letteraria, musicale, culturale […] e, dando voce ai poeti, contesta l’approccio efficientista, tecnocratico e consumista all’Amazzonia e alle sue grandi questioni” (“Querida Amazonia”. Commento all’Esortazione Apostolica di Papa Francesco, in “La Civiltà Cattolica”, n. 4073, 7/21 marzo 2020, pp. 462-476, ivi p.464-465).
L’Arcivescovo Fernandez, nella citata dichiarazione a ”Religion Digital” del 12 febbraio scorso, aggiunge che l’Esortazione è “forse il più bel testo che Francesco abbia scritto perché è anche marcatamente profetico, pur essendo insolitamente duro nella sua critica sociale” e avverte che sarebbe un errore “mettere a tacere la voce profetica di questo testo per la società, per la politica, per i movimenti sociali”. In esso continua “non c’è solo poesia, ma c’è anche indignazione per le ingiustizie subite da queste popolazioni”.
La diagnosi fatta dal Sinodo sulla Chiesa amazzonica il Papa la trasforma nell’Esortazione in quattro capitoli, ai quali dà il nome di sogni, che si concretizzano in quattro tipi di conversione: 1°) sociale (nn. 8-27). Il Papa afferma con decisione i diritti dei più poveri e dei popoli originari che subiscono un “asservimento” sia da parte dei poteri locali che da quelli esterni che trasformano la globalizzazione in un nuovo colonialismo. 2°) culturale (nn. 28-40). C’è un invito pressante a custodire le tradizioni proprie di quella terra che riflettono in svariate forme la bellezza naturale, a “recuperare la memoria tradita” e anche a recepire qualche simbolo indigeno senza necessariamente qualificarlo come idolatrico; 3°) ecologica (nn. 41-60).Qui si mette in evidenza la bellezza naturale di quella terra che affascina e incanta con i fiumi e le foreste amazzoniche, si auspica uno stretto rapporto tra la natura e l’uomo che deve sapersi prendere cura dell’ambiente e dei poveri. 4°) ecclesiale (nn.61-123). Il Papa afferma risolutamente che i popoli amazzonici hanno “diritto all’annuncio del Vangelo”. Ciò però non deve esimere i missionari dal tener conto di “quanto di buono già esiste nella cultura amazzonica” e dal creare una forma di “santità con il volto amazzonico” che non deve copiare “modelli di altri luoghi”, ma deve prendere atto “di ciò che lo Spirito ha già seminato in quella cultura”, non avendo fretta di “qualificare come superstizione o paganesimo alcune espressioni religiose che nascono spontaneamente nella vita della gente.” (nn. 77-80, ). Perciò à necessario puntare alla elaborazione di un rito amazzonico.
Questo legame che il Papa stabilisce tra la diagnosi del Sinodo e i sogni espressi nell’Esortazione evidenzia la piena consonanza tra i due documenti che assumono la forma di un binomio, rafforza il valore del Sinodo ed apre ad ulteriori approfondimenti.
La forza profetica di questo messaggio sociale, che si ispira alla Enciclica Laudato Sì , è nell’affermazione dei “diritti dei popoli originari” che vengono trattati “come se non esistessero, o come se le terre in cui abitano non appartenessero a loro”. Questi soprusi il più delle volte avvengono con la complicità degli stessi poteri locali che, anziché opporsi a queste barbare devastazioni, le appoggiano”. I popoli originari hanno assistito impotenti “alla distruzione dell’ambiente naturale, che permetteva loro di nutrirsi, di curarsi, di sopravvivere e conservare uno stile di vita e una cultura che dava loro identità e significato”. (QA, nn. 12- 13).
La sua denuncia contro l’attuale sistema socio-economico, che non devasta solo la foresta amazzonica ed i suoi abitanti, ma mette in discussione il futuro della stessa umanità, è durissima. Il grido del popolo dell’Amazzonia può essere messo in parallelo, Egli scrive, con il grido del popolo di Dio in Egitto che invocava la liberazione dalla schiavitù. L’interesse di un piccolo numero di imprese potenti non dovrebbe essere messo al di sopra del bene comune dell’Amazzonia e dell’intera umanità. La sfida che impegna oggi gli uomini di buona volontà è sostituire la globalizzazione dello sfruttamento con la globalizzazione della solidarietà.
Purtroppo la cultura dello scarto, “basata soltanto sull‘utilità immediata e sullo spreco, erode la consapevolezza di ciò che rende preziosa la vita” (POMTIFICIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE, Superare la cultura dello scarto, in “L’Osservatore Romano”, 2/3 giugno 2020) e induce il potere economico a intessere rapporti distorti sia con le persone che con le risorse che ci offre la madre Terra. “La crisi ecologica -scrive Bruno Bignami- è causata da un rapporto strumentale violento tra gli uomini e la creazione. I tempi e i modelli di produzione e del consumo forzano i tempi biologici fino a farli saltare” (B. BIGNAMI, La qualità dello sviluppo: l’etica ecologica di Carlo Maria Martini, in “Aggiornamenti sociali” n. 02, 2020, pp.146-155, , ivi, p. 148). Il progetto di Dio, invece, vede in ogni realtà creata un bene destinato a tutti gli uomini, e “il mondo -è scritto nella Laudato Sì- più che un problema da risolvere, è un mistero gaudioso che contempliamo nella letizia e nella lode” (Ivi, n.12). Il rapporto ambiente-uomo è fondamentale per un retto uso del creato. L’aveva già intuito, aggiunge Bruno Bignami- il Cardinale Martini nel 1988 affermando che i fenomeni vitali dell’uomo non sono qualcosa di esclusivamente biologico ma hanno un rapporto vitale con la natura nel suo complesso. “La soluzione positiva di questo rapporto si può trovare solo mantenendo un dialogo con le cose create , dando loro valore di dono, Si tratta di sostituire al dominio il dialogo” (B. BIGNAMI, art. cit., p. 148).

Conclusione
Il Papa getta acqua sul fuoco delle polemiche. Egli non vuole alimentare i conflitti, ma piuttosto superarli. Il contenuto di Querida Amazonia va molto più in là del bipolarismo tra conservatori e riformisti. La Chiesa voluta da Francesco guarda al futuro e alle sfide dei tempi nuovi. Egli vuole una Chiesa sinodale con le sue specificità locali, una Chiesa in uscita non più appiattita sulle posizioni del clero, ma aperta al contributo di tutto il Popolo di Dio, con un modello di fede “dal basso” e con una grande disponibilità al dialogo verso i fratelli ortodossi e verso le altre confessioni cristiane, ricordando sempre che “l’unità che è frutto dello Spirito Santo non significa uniformità” (Discorso del Santo Padre Francesco nella visita al Tempio Valdese di Torino, 22 giugno 2015).
Dio, ha ricordato spesso il Papa, è unico e si manifesta in forme diverse nelle varie culture e forme religiose. Questa riflessione deve aiutare gli uomini a sentirsi fratelli, indipendentemente dal loro Credo,
La Chiesa, a sua volta, è chiamata a non più identificarsi con un preciso ordine storico-politico rappresentato dalla cristianità occidentale che privilegia l’unione tra potere temporale e spirituale, a smettere, una buona volta, di essere autoreferenziale e ad inserirsi in modo originale nel grande dibattito mondiale sulla globalizzazione per la costruzione di un nuovo ordine socio-economico fondato sulla fraternità e la solidarietà.

Pantaleo Dell’Anna