L’amarcord Nardò degli anni ’60 e ‘70

La storia di Nardò con riflessi nella tradizione si arricchisce della pubblicazione di Luigi Caputo, Amarcord Nardò… Luoghi, personaggi e aneddoti della cultura popolare neritina, edita da Congedo. L’Autore, nato a Nardò, ha pubblicato diverse opere inerenti alla sua professione di Ispettore del Lavoro con funzioni di dirigenza intermedia presso l’Ispettorato del Lavoro di Lecce.

La dimestichezza della scrittura e l’attenzione posta nel trattare argomenti scientifici di complessa e delicata natura si ritrovano in questa pubblicazione, che, pur di tutt’altro genere, abbisogna ugualmente di particolare capacità di descrizione e di analisi.
Si aggiunge – ed è qui la diversità – la libertà di spaziare nei sentimenti e nelle descrizioni, che, tinte di memoria spesso nostalgica, coinvolgono tutti, e non solo gli specialisti, in attenta partecipazione e struggente condivisione.
Quest’opera, infatti, scandaglia in alcuni aspetti particolari il tessuto sociale e culturale della città, con riferimento temporale al periodo compreso tra gli anni ’60 e ’70.
Si tratta di uno spaccato che appartiene all’Autore nei suoi anni giovanili, ma che, grazie alla capacità narrativa e all’impostazione data, diventa un generale amarcord, in cui non solo chi ha vissuto quell’epoca, ma anche le nuove generazioni vengono attratte: le prime, con commossa nostalgia, e, le altre, con stupita curiosità.
Sono cose nosce, uniche e irripetibili, come ha scritto Mario Mennonna nella sua Introduzione al libro, perché nate e maturate nello specifico tessuto sociale di Nardò, pur essendo, in un certo qual modo, emblematiche dell’ampia natura umana: un piccolo mondo antico che si dipana e una commedia umana che si ripete.
È un viaggio nella Nardò popolare attraverso i ricordi biografici dell’autore, le fonti orali alla ricerca di luoghi di ritrovo, botteghe e immagini cittadine ormai sbiadite, trasformate, se non sparite.
La rievocazione più appassionata è quella dei ritratti caratteriali di personaggi neritini popolari ormai spariti, ma che un profondo segno hanno lasciato nell’immaginario del paese, per la loro estrosità, stravaganza, bizzarria, goliardia, vis comica, quale emersa da spigolature ed aneddoti che li fanno rivivere salvandoli dal rischio di un immeritato oblio.
Il libro ricomprende anche un comparto iconografico composto di foto d’epoca e di ritratti di personaggi, efficacemente raffigurati da Graziano Caputo: immagini che scandiscono e rinverdiscono i vari percorsi della memoria spesso tinteggiati di nostalgia.
L’idea del libro, la sua stesura, il suo impianto anche iconografico, trovano origine nel sofferto cruccio dell’autore convinto che tanto vissuto meritava di essere preservato da quella patina del tempo, che tende pian piano a scolorirlo, se non inevitabilmente a cancellarlo.
La sistematica seguita ha voluto scandagliare ed archiviare il contesto spaziale della storia popolare del paese, ricostruendone il più possibile l’ubicazione, le trasformazioni temporali, le abitudini e i costumi attraverso una rivisitazione di luoghi, vicende, fatti ed aneddoti mai disgiunti dal reale e dall’autenticità del vissuto.
I luoghi sono stati animati dalle presenze dei personaggi popolari che per meglio inserirli nel loro congeniale ed originario mondo cittadino sono stati ripartiti tra i maggiorenti e i popolani, rappresentati con le loro caratteristiche e i loro vezzi. Sembra averli magicamente riuniti finalmente come in una meravigliosa crociera… quella che Ettorino Cesàri, uno dei personaggi trattati, avrebbe voluto fare!
Su quella nave immaginaria sembra ci siano tutti… c’è un aristocratico sindaco bizzarro e burlone; un avvocato stravagante; un vecchio prete di pirandelliana teatralità. Ci sono gli altri assidui frequentatori della piazza, e poi ‘Ntina, presentata da un poeta, Elio Marra, come «la donna più generosa del paese», nonché altri personaggi, dall’Autore non personalmente conosciuti perché di un passato remoto, ma dalla penna dello scrittore Antonio Martano tramandati alle nuove generazioni.
Tanti «amici», che con le loro stravaganze ci riportano quei sentimenti di goliardica umanità che hanno permeato, per essi stessi, vicende di vita e, per noi, il loro ricordo.
Il libro sarà presentato venerdì 13 ottobre 2017, alle ore 18,00, presso la sala convegni del Convento dei Carmelitani di Nardò a cura della dott.ssa Patrizia Cesàri con il coordinamento del prof. Mario Mennonna. Saranno presenti il sindaco di Nardò, avv. Giuseppe Mellone, e l’assessore alla Cultura, ing. Ettore Tollemeto. Durante i lavori saranno letti brani tratti dal libro, interpretati da Carlo Longo, Realino Miceli e Chiara Pellegrino, accompagnati dalle note del violino del maestro Igino Qualtieri. A concludere sarà lo stesso autore, dott. Gino Caputo.