Un violino che ha tanto da insegnare: un museo per Luigi Stifani a Nardò

Si è svolta sabato 16 febbraio, nell’aula consiliare del Comune di Nardò, la serata di inaugurazione del museo dedicato al neretino Luigi Stifani. Il luogo, predisposto all’interno di una sala del Comune, racconterà a tutti coloro che verranno in visita nel Salento, ma anche agli stessi neretini e salentini, a volte ignari delle risorse straordinarie del proprio territorio, quello spartito denso di testimonianza musicale che è stato il piccolo uomo con il mandolino che ebbe i natali a Nardò nel 1914. L’inaugurazione del museo è stata completata con il convegno dal titolo: “ Luigi Stifani e il tarantismo salentino”, convegno che ha visto gli interventi di alcuni ricercatori e docenti dell’Università del Salento. Le relazioni degli intervenuti hanno chiarito ancora una volta il ruolo rivestito dal salentino Stifani nel panorama della musica liberatoria popolare, non senza suscitare interrogativi e necessità di ulteriori approfondimenti. Ancora una volta, infatti, l’argomento del tarantismo e dei rituali ad esso attinenti, ha lasciato aperto il dibattito. Allargare gli orizzonti sul tarantismo salentino, e sull’apporto dato ad esso dal violinista neretino, rimane lo stimolo più importante da ascoltare per rispondere con certezza alle domande che si pongono le nuove generazioni, ragazzi e giovani che si apprestano a conoscere e a studiare le tradizioni popolari salentine. Tutti i relatori presenti hanno illustrato i risultati dei propri studi riguardanti l’autodidatta neretino e, a confronto, sono state richiamate anche bibliografie già note come quella di Ernesto De Martino. Interessante e originale, nonché intriso di ricordi, è stato il profilo umano di Luigi Stifani tracciato da Silvano Fracella che lo ha definito soprattutto “maestro di valori”, maestro di quella musica universale e intramontabile che è la vita. Proprio per questo il museo sarà un contenitore di documentazione fotografica e sonora, manoscritti e strumenti musicali, appunti, contenitore di ricordi, corde e accordi, a disposizione di tutti coloro che avranno voglia di addentrarsi nella terra arsa e rossa del Salento, tra energiche melodie e magiche campagne. Lì, tra le zolle popolate da inquietanti tarantole, a ridosso di antiche ragnatele, porgendo bene l’orecchio al passato, sarà possibile percepire ancora il suono di un archetto sulle corde di un vecchio violino, un violino instancabile che ha ancora tanto da insegnare.

Rosi Fracella