Lottosempre. Il Rotary Club Nardò organizza un confronto sulle donne e la loro partecipazione alla vita sociale culturale e scientifica dell’Italia contemporanea

8 Marzo 2019, un giorno per celebrare le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, ma anche per riflettere e discutere sulle discriminazioni e le violenze di cui ancora sono vittime in tante parti del mondo.
Il Rotary Club di Nardò, nel segno di Lottosempre, ha ritenuto necessario organizzare un incontro fra donne per dar vita a un confronto aperto sulla loro partecipazione alla vita sociale culturale e scientifica dell’Italia contemporanea, sul loro “esistere” e “resistere” in una società che non sempre riconosce la specificità del loro ruolo.
La tavola rotonda che si terrà venerdì 8 marzo presso il chiostro di Sant’Antonio, a partire dalle ore 18,30 sarà introdotta da Vincenzo Renna, Presidente del Rotary club Nardò e si animerà delle testimonianze e dei contributi di
Maria Grazia Sodero, Assessore ai Servizi sociali del Comune di Nardò
Filomena Ranaldo, Direttrice del Museo della Preistoria di Nardò
Roberta Mazzotta, Presidente Terziario Donna, Confimprese Italia
Maria Rosaria Valentino, Segretario provinciale Snals, Confisal
Eleonora di Bari,Coordinatrice Commissione Paritetica nazionale Fondo Interprofessionale Formazienda
Modera,Ida Vitagliani, giornalista
“L’incontro di venerdì prossimo” spiega il Presidente del sodalizio neretino, Vincenzo Renna, “sarà l’occasione di un approfondimento sostanziale sul ruolo e sul contributo della donna nella società che viviamo. Di scontato c’è solo la data – 8 marzo – perché certi anniversari meritano di essere ricordati.
Non sarà il classico convegno sul ruolo delle donne, oggi. Ad alternarsi non saranno relazioni sociologiche o giuridiche o economiche, ma testimonianze di vita vissuta, in settori diversi e strategici, con protagoniste di primo piano in diversi ambiti professionali e socio economici.
Un dialogo aperto come strumento di conoscenza e di riflessione per indagare e cercare di risolvere i dubbi, i tanti se e ma, che ancora oggi rendono il genere femminile “un emisfero a parte”, troppo spesso oggetto di discriminazione e prevaricazione.”