XYLELLA: COLDIRETTI PUGLIA, AD OLTRANZA PROTESTA CONTRO IRRESPONSABILITA’ REGIONE PUGLIA; A LECCE SCARICATI IN STRADA 8 QUINTALI LEGNA INFETTA

Continua ad oltranza la protesta di agricoltori, frantoiani e vivaisti di Coldiretti del Salento che stanno presidiando i punti nevralgici delle città di Lecce, Brindisi e Taranto, le Prefetture, la Provincia di Lecce e gli uffici provinciali dell’Assessorato regionale all’agricoltura contro i rimpalli quotidiani di responsabilità e contro chi ha avuto quasi 4 anni per intervenire e aiutare il popolo agricolo salentino a salvarsi dagli effetti nefasti della Xylella fastidiosa e non l’ha fatto.
Lo stato di tensione esploderà sabato 9 marzo a Lecce, quando un corteo, guidato da Coldiretti e Unaprol, di agricoltori, vivaisti, frantoiani, commercianti, artigiani, cittadini, a cui si potranno aggregare tutti coloro i quali non accettano che il Salento venga ritenuto definitivo morto per colpa della Xylella e della burocrazia, partirà alle ore 9,00 dal Foro Boario di Lecce e si snoderà lungo Via Adriatica, Viale Porta d’Europa, passando per Piazza dei Bastioni, proseguendo lungo Viale De Pietro e Via XXV Luglio, fino ad arrivare alle 10,00 in Piazza Sant’Oronzo, dove si incontreranno migliaia di agricoltori, frantoiani, vivaisti e rappresentanti della società civile guidati dal presidente di Unaprol David Granieri, dai presidenti della Coldiretti del Salento, dai rappresentanti di frantoiani e vivaisti e con l’incontro di esponenti Istituzionali.
“Sono stati scaricati in strada a Lecce davanti all’Ufficio Provinciale dell’Agricoltura 8 quintali di legna di ulivi infetti – ha denunciato Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce – gesto estremo per dare uno schiaffo morale a chi non vuole dare risposte concrete alle imprese olivicole, ai frantoiani e ai vivaisti. Le realtà economiche dell’area infetta hanno bisogno di semplificazione, di velocità, di capire cosa fare per poter espiantare e reimpiantare, perché le pratiche di espianto non possono essere equiparate ad una domanda edilizia e devono per di più pagarsi le analisi per poter estirpare gli scheletri degli alberi morti. Qui non dobbiamo costruire nulla. Qui i nostri agricoltori vogliono piantare ulivi per poter garantirsi un reddito, dare lavoro agli operai e dare olive ai frantoi che non hanno più prodotto da molire”. Ancora problemi per il comparto dei vivaisti con “i vitivivaisti dell’area Otrantina – ha continuato Cantele – che prima sono stati bloccati erroneamente nella loro movimentazione, in seguito hanno dovuto sottostare alla pratica di termoterapia con aggravio di costi senza alcun aiuto regionale, poi hanno dovuto registrare la chiusura di alcuni mercati esteri (segnatamente del Magreb) e in tutto questo l’Assessorato regionale ha solo ritardato il rilascio delle annuali autorizzazioni alla commercializzazione della barbatelle”.
“L’Assessore regionale non ha ancora chiesto – ha incalzato il presidente di Coldiretti Brindisi, Filippo De Miccolis – la deroga alle norme nazionali per consentire la movimentazione nella sola area infetta delle piante specificate prodotte dai vivai in assenza di passaporto delle piante e di conseguenza, come evidenziato dall’Avvocatura Regionale, modificare l’art. 99 della L.R. n. 67/2018”. E come se non bastasse in area infetta c’è anche il paradosso delle cartelle dei consorzi di bonifica, denuncia Coldiretti Puglia. “Le aziende delle aree infette, nonostante l’assenza di reddito per la mancata produzione sono state assoggettate per gli anni 2014, 2015 al pagamento delle cartelle dei consorzi di bonifica, e ad oggi non è stato deliberato, come più volte promesso dall’Assessore regionale – ha gridato il presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo – il blocco dei contributi consortili per gli anni 2016, 2017 e 2018. Non risulta, ad oggi, predisposto alcun programma di investimenti in infrastrutture irrigue per accompagnare il reimpianto con nuove varietà di olivo , quindi di che parliamo? Di una sordità e una irresponsabilità totali.”

Federazione Regionale Coldiretti Puglia