La città ha bisogno di reagire

Riprendiamoci Nardò ancora una volta dimostra il coraggio di affrontare importanti problematiche in un momento dove la nostra città ha urgentemente bisogno di segnali forti che rassicurino la popolazione sul futuro del paese.

L’episodio brutale del pestaggio avvenuto l’altra sera, ultimo di numerosi altri accaduti ancora una volta nel centro storico , fa capire che è giunta l’ora di porre un freno a questo continuo degrado sociale che sta rischiando di sfociare nell’anarchia più totale e in una battaglia intestina all’interno dei diversi ambienti cittadini . Per questo motivo non vogliamo, come fatto da altri sinora, addossare le colpe di questa lunga corsa verso il declino urbano a nessuna singola istituzione ma desideriamo ardentemente lanciare un segnale propositivo affinchè l’intera cittadinanza , associazioni, amministratori, comunità religiose , scuola inizino a trattare con serietà questo preoccupante problema socio culturale nel loro interno per portare successivamente delle idee, su come risolvere questa annosa questione, sopra un tavolo congiunto di trattativa nel quale si possa travalicare la semplice sicurezza dovuta a un controllo comunque necessario del territorio ma che faccia riferimento soprattutto all’acredine che spesso sfocia in violenza oramai culturalmente insita nel nostro tessuto sociale. Negli ultimi anni si è visto crescere queste intolleranze anche attraverso la politica, inoltre l’associazionismo oramai non è più visto come contenitore culturale e sociale dove confrontarsi con idee diverse dalle proprie per sviluppare le conoscenze personali ma come una piattaforma di lancio per obiettivi e interessi che non toccano minimamente la sfera collettiva ma rientrano in quelli egoistici legati al singolo soggetto. In tutte le società dove le finalità individuali superano di gran lunga quelle comunitarie assistere a episodi violenti e al decadimento è la norma abituale a cui è impossibile sfuggire. Occorre rieducare ogni singolo cittadino partendo dalle scuole per finire nelle istituzioni visto che il dialogo e il confronto è il solo modo per prosperare culturalmente e per far nascere qualcosa di positivo per il territorio in cui si vive. Rimanere ancorati nelle foreste urbane sorte per stabilire , come nel mondo animale, la legge del più forte è segnale di debolezza piuttosto che di vigore. Risolvere le questioni generando risentimento sociale al solo scopo di alimentare il proprio consenso se in apparenza può sembrare di sortire l’effetto desiderato con il tempo genererà una spirale di violenza e di rabbia a cui poi sarà difficile successivamente porre rimedio. Questo è quello che sta accadendo nella nostra città ed è sotto gli occhi di tutti .Occorre stemperare i toni , unire gli intenti e cercare delle soluzioni senza primogeniture o singoli meriti perchè quando si opera per la collettività l’eventuale crescita dovrà necessariamente essere collegiale e non passare attraverso medaglie da attribuire al singolo esponente o gruppo di appartenenza. Se le componenti cittadine riusciranno a superare questi pensieri egoistici e le paure di uscire sconfitti da un confronto dialettico sulle idee noi, come Riprendiamoci Nardò, saremo sempre disponibili a essere chiamati a dare il nostro contributo per realizzare davvero una Nardò a misura d’uomo dove l’uomo in quanto tale possa esprimere al meglio le proprie capacità mettendo da parte gli istinti primordiali.