MEGLIO GIOVANOTTI CHE FIGLI DI PAPÀ: risposta a Lucio Tarricone sui parcheggi

Certa retorica, pur con tutti i difetti, ha un pregio: è sincera. Quella di Lucio Tarricone, ad esempio, è figlia di una sottocultura gerontocratica e di una logica di conservazione del potere e, infatti, svela candidamente un certo fastidio per i giovani e per il nuovo.

Senza alcun distinguo. Attingendo dal suo vocabolario negli ultimi otto mesi, scorgiamo infatti che tutto ciò che i giovani fanno in questa città è sbagliato, “fa pena”, “fa compassione”, serve al “soddisfacimento delle proprie frustazioni”, è “fallimentare” e che questi giovani sono “avventurieri” e “meriterebbero di essere presi a calci”. Per non parlare di etichette più precise e specifiche come quella sul sindaco Mellone, “liberalcattosocialista con venature fasciste”. Quindi, deduciamo che è meglio far largo a quelli come lui, ai figli di papà, corrosi dalla bile e affamati di potere.

L’accusa più recente che Tarricone muove all’amministrazione comunale è quella di essere in “evidente stato confusionale” sulla questione parcheggi. Mentre lui che quindici giorni fa era totalmente contrario alla soppressione e oggi improvvisamente contesta un parziale ripristino è lucidissimo e perfettamente coerente con le proprie posizioni. Peraltro, quella della giunta è una scelta dettata da specifiche esigenze di luogo e di segmento temporale e perfettamente in linea con i propositi elettorali e amministrativi. A Tarricone sarebbe bastata la lettura del programma elettorale, che lui sicuramente non ha fatto per ragioni di anzianità. O di supposta superiorità.

Insomma, se non fosse per gli insulti che quotidianamente questo personaggio scarica su sindaco, assessori e consiglieri di maggioranza, ci sarebbe da sorridere affettuosamente e guardare avanti. Però, a tutto c’è un limite e forse un piccolo sforzo per evidenziare la brutalità del suo approccio al dibattito politico, è necessario. Non è solo un problema di linguaggio, ma anche di atteggiamenti. Non è credibile uno che nel quinquennio precedente è affetto da mutismo e ora improvvisamente da una parlantina ostile e incazzata. E non è credibile uno che si fa passare sotto gli occhi, senza battere ciglio, i misfatti giganteschi dell’amministrazione Risi e oggi improvvisamente starnutisce a ogni folata di vento. È proprio finita un’epoca, nonostante maldestri tentativi di resistere come questo. Direi, però, che la “scalata” di Tarricone alla sinistra cittadina e poi alla poltrona di sindaco è iniziata con un tratto spiccato di nervosismo. Ci sono giovanotti migliori di noi, ma anche figli di papà migliori di lui. Ma, ad ogni buon conto, meglio giovanotti che figli di papà.

Gianluca Fedele
Consigliere comunale
Capogruppo Andare Oltre