G7 sulla Cultura: diventiamo tutti “Caschi blu”…

Nei giorni scorsi si è concluso, con la redazione di un documento finale, il primo G7 dedicato alla Cultura. Il tema principale sul quale si sono impegnati i paesi del G7 è stato quello della protezione del patrimonio culturale minacciato dal terrorismo e dalle grandi calamità naturali, anche attraverso il sostegno dei “caschi blu”.

 

L’occasione di questo importante vertice dei potenti della terra, per la prima volta dedicato alla Cultura, merita una riflessione sull’importanza che la Cultura stessa può generare ai fini della crescita dei territori, anche per quanto riguarda le ricadute socio economiche.

A Nardò, per esempio, solo per parlare del patrimonio archeologico, si sta progressivamente acquisendo la consapevolezza di quanto il Gruppo Speleologico Neretino, addetti ai lavori e pochi altri appassionati, tentano di farci comprendere da decenni, cioè che per far crescere il territorio, bisogna puntare sulla ricerca, tutela, salvaguardia e valorizzazione delle nostre eccellenze archeologiche.

Ormai da qualche anno, il Comune di Nardò è impegnato a finanziare numerose campagne di scavo e a presentare progetti per drenare importanti finanziamenti comunitari finalizzati ad azioni di ricerca, tutela, valorizzazione e fruizione dei siti archeologici. Inoltre, prima dell’estate, apriranno i battenti due importanti contenitori culturali destinati ad ospitare reperti archeologici: il Museo della Preistoria e il Museo del Mare Antico. Mentre il Museo della Nardò Messapica e Romana, vedrà la luce nel prossimo futuro in alcuni ambienti appena recuperati del Castello degli Acquaviva.

In questo modo, quindi, attraverso l’archeologia, si potrà raggiungere l’ambizioso obiettivo di contribuire a far crescere quel turismo culturale, durevole e destagionalizzato, sicuro volano di crescita sostenibile del territorio.

Grazie alla fruizione dei siti archeologici, concentrati prevalentemente lungo la costa e dei Musei allocati nel Centro Storico (Preistoria) e in ambiente urbano (Mare Antico), a breve si potrà anche realizzare quanto auspicato dall’assessore regionale Loredana Capone, cioè “unire” costa ed entroterra per far godere ai turisti, e non solo, le nostre belle realtà nella loro interezza.
Altra finalità da concretizzare è quella di caratterizzare il territorio attraverso un brand che potrebbe essere rappresentato dal Distretto Archeologico del Paleolitico di Portoselvaggio, vero e proprio unicum a livello continentale, che ha già attirato l’attenzione di trasmissioni televisive e radiofoniche nazionali come Uno Mattina (RAI 1), TG Leonardo (RAI 3), Restate Scomodi (Radio Rai) e di numerose riviste come Nature, National Geographic, Archeologia Viva, ecc…

Naturalmente non dobbiamo mai dimenticare che il bene culturale è certamente una risorsa e che, come tale, tende a “consumarsi”, per cui facciamo attenzione a non farci prendere troppo la mano dal suo utilizzo ai fini della fruizione. Per questo sono fondamentali i Piani di Gestione dei Beni che la Soprintendenza Archeologica ci prescrive. Per fortuna, la Soprintendente per la Puglia, la D.ssa Maria Piccareta, su questi aspetti è molto attenta.

Aldilà delle considerazioni fatte finora, va sottolineato che i Beni Culturali rappresentano, e quindi devono essere, soprattutto fonte di “conoscenza” per le generazioni attuali e per quelle future.
Ben vengano quindi i “caschi blu” a protezione del patrimonio culturale dell’umanità, ma anche noi, nel nostro piccolo, indossiamo il “casco blu” e dedichiamoci a proteggere quanto di bello e importante la storia ci ha consegnato nel nostro territorio.