SAN GIUSEPPE TRA NEGOZI CHIUSI, SOLIDARIETÀ E ANTICI VALORI

Oggi è San Giuseppe, patrono dei lavoratori, dei carpentieri, degli economi, dei falegnami, dei moribondi, dei procutarori legali e, naturalmente, dei padri. Un San Giuseppe che onoriamo in maniera triste a fronte di una tragedia enorme come quella del CoronaVirus che ha investito l’Italia ed il mondo. È anche il mio onomastico, quello dei Giuseppe, dei Pippo, dei Pippi e dei #Giuseppy che, mai come quest’anno, festeggiamo in maniera molto mesta.
Mancheranno le zeppole – ma ringrazio ugualmente i forni che, nel rispetto della normativa e dei colleghi pasticcieri, non si sostituiranno a questi ultimi nella produzione. E’ un gran gesto di rispetto per una delle tante categorie in sofferenza. Il magnifico dolce di San Giuseppe è rimandato alla prossima occasione.
Mancherà, purtroppo, la serenità. Sia per quello che ci sta succedendo sia per l’impatto economico della quarantena, che grava innanzitutto sui piccoli artigiani, sui piccoli negozi, sui professionisti.
Mancherà la possibilità di deporre un fiore sulla tomba del padre – mi spiace veramente tanto ma è una decisione che ho dovuto prendere – e per chi, come me, ha la fortuna di avere un Papà al fianco, mancherà la possibilità di abbracciarlo.
Mancherà la corsa ai regali.
Ricordate che non ci sono deroghe e nessun negozio (oltre agli autorizzati) potrà stare aperto.
Allo stesso modo ogni uscita è possibile esclusivamente per casi di estrema necessità.
Quindi cerchiamo di onorare i nostri Padri, la famiglia ed il Santo in maniera semplice, come si faceva una volta.
Un pensiero speciale va a tutti quei padri infermieri e medici, commessi dei supermercati e farmacisti, camionisti e corrieri, poliziotti, carabinieri, agenti di Polizia Municipale, che con spirito di abnegazione ogni giorno si allontanano dalla propria famiglia per mettersi al servizio di tutti.
Grazie di cuore!

Un bacio (da lontano) a tutti!
Pippi Mellone