Il “Mosaico” a Boncuri

La cooperativa Mosaico ringrazia l’amministrazione comunale per l’opportunità e la fiducia concessa nell’incarico di gestione e di accoglienza degli ospiti della masseria Boncuri di Nardò. Proseguendo il lavoro che egregiamente ha finora svolto l’associazione Diritti a Sud, la cooperativa Mosaico le subentrerà, a pari condizioni, dal 1 giugno fino al 30 settembre 2017. 

La richiesta di gestione da parte dell’amministrazione, per quanto inaspettata, è stata subito
accolta con responsabilità. Le motivazioni che hanno portato alla presa in carico riguardano, da un parte, la volontà di non disperdere i risultati ottenuti dal lavoro della precedente gestione e dall’altra la predisposizione a mettersi a servizio dei bisogni del territorio, ponendo al centro le persone con i loro diritti di crescita e di autonomia. D’altro canto, si poneva la questione, condivisa con l’amministrazione comunale, di non abbandonare gli ospiti durante il delicato periodo del Ramadan, che terminerà il 26 giugno. La cooperativa conta, tra i suoi componenti, un’esperienza individuale nel sociale già da diversi anni nel territorio neretino e non solo. Dal 2009 alcuni soci, infatti, hanno approfondito il fenomeno del caporalato e del lavoro bracciantile entrando nei ghetti formatisi nel nostro territorio. Passando dall’esperienza del Comitato NOCAP al 2011, si è toccato con mano le vicende che portarono allo sciopero dei lavoratori della Masseria Boncuri, il quale si concluse poi con l’istituzione della legge contro il caporalato. Inoltre, arricchiti dall’esperienza internazionale nel delicato contesto mediorientale, oltre che da professionalità impegnate in ambito psicologico nei contesti sociali più disagiati della società, si mettono a disposizione tali competenze per svolgere al meglio il compito assegnato. Alcuni membri hanno già partecipato recentemente, a titolo volontario, all’interno della Masseria Boncuri, alle attività quotidiane e proposto percorsi di tipo psicologico, di mediazione culturale e laboratori artistico-espressivi, grazie alla presenza di una psicoterapeuta, una mediatrice culturale, una maestra d’arte.
La conoscenza pregressa della comunità, acquisita nel corso di questi ultimi mesi, permette una continuità del lavoro in linea con gli obiettivi fino ad ora perseguiti dalla precedente associazione. Consapevoli, comunque, della temporaneità della permanenza dei ragazzi nella struttura, l’obiettivo principale per quanto complesso, sarà quello di sostenere una sempre maggiore autonomia verso un’integrazione nella nostra società. Questo proposito sarà possibile attraverso politiche di assistenza di tipo abitativo e lavorativo. Le iniziative attuabili comprendono attività, organizzate in maniera strutturata, che promuovono l’integrazione dei migranti nella società, sia quando la problematica è la somma delle cose che non hanno funzionato bene, sia quando è la somma dei diritti negati. I servizi che si andranno a creare pertanto dovranno manifestare caratteristiche culturali improntate sul diritto e sulla libertà, se si vuole che essi possano diventare fattori di cambiamento. E’ una condizione indispensabile accentuare in essi la solidarietà umana e sociale traducendola concretamene nell’operatività e nei comportamenti quotidiani, rimarcando le professionalità e le relazioni tra professionisti e utenti come rapporti di “servizio” e non invece come “merce” di scambio. Questo perché, quando i servizi di riabilitazione e reinserimento funzionano bene, risultano vantaggiosi per tutti e non solo per chi ne usufruisce, essendo rivolti alla trasformazione della persona e ad una rispettosa convivenza sociale. Per far questo, sarà necessario che tutta la cittadinanza, nelle forme dell’associazionismo e non solo, si senta parte attiva in questo progetto. I neretini hanno finora dimostrato tutta la loro solidarietà e sensibilità, rispondendo prontamente ai bisogni più concreti fin da subito emersi. Per quanto riguarda le politiche sociali, siamo di fronte ad una sfida impegnativa su tutti i fronti: quello governativo, quello degli addetti ai lavori, quello della cultura contemporanea non sempre solidale ed accogliente; è una sfida alta che richiede a tutti di fare la propria parte di inderogabile solidarietà.