Inaugurazione della sezione “Monignor Aldo Garzia” del Museo Diocesano

Sarà intitolato a monsignor Aldo Garzia, primo vescovo della diocesi riunita di Nardò – Gallipoli, il Museo diocesano che mercoledì 7 giugno verrà inaugurato a Nardò con una cerimonia che si svolgerà tra la Cattedrale dell’Assunta e l’adiacente e antico Seminario vescovile, sede del Museo, in piazza Pio XI.

Per l’inaugurazione dell’importantissimo spazio artistico e culturale, che si aggiunge alla già importante rete museale cittadina, (13 anni dopo la sezione di Gallipoli) si terrà un convegno di presentazione, nella Basilica Cattedrale.
L’evento vedrà la partecipazione, tra gli altri, dell’arcivescovo monsignor Rino Fisichella, teologo, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione e del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.
L’inaugurazione sarà preceduta, alle ore 18, dalla Concelebrazione Eucaristica, presieduta da monsignor Rino Fisichella. Alle 19, sempre in Cattedrale, sarà monsignor Giuliano Santantonio, direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Curia e del Museo ad introdurre l’incontro di presentazione che vedrà la partecipazione del governatore Michele Emiliano, dell’architetto Maria Piccarreta, Soprintendente Abap per le province di Lecce-Brindisi-Taranto, del sindaco di Nardò, Giuseppe Mellone e dello stesso monsignor Fisichella.
A concludere i lavori sarà il vescovo della diocesi di Nardò-Gallipoli, monsignor Fernando Filograna.
Subito dopo, il Museo diocesano aprirà le sue porte, svelando gli immensi tesori d’Arte che custodisce. Allestito su iniziativa della Diocesi di Nardò-Gallipoli, con il contributo della Conferenza Episcopale Italiana, dell’Unione Europea e della Regione Puglia.
La sezione di Nardò sarà dedicata alla memoria di monsignor Aldo Garzia, primo vescovo della diocesi (dal 1986 al 1994), che tanto si spese per la creazione ed il funzionamento dell’Ufficio diocesano per i beni culturali, embrione di quella realtà che oggi può annoverare nella sua struttura musei e biblioteche e che si occupa del funzionamento operativo delle procedure di restauro e conservazione dei Beni Culturali. Sia il vescovo Vittorio Fusco che il vescovo Domenico Caliandro, assistiti operativamente dalla saggezza e la competenza di monsignor Antonio Giuri, responsabile fino a poco tempo fa degli affari amministrativi della diocesi, hanno poi contribuito e spinto per la realizzazione di questo polo culturale di enorme interesse.
La svolta decisiva l’ha data il vescovo Fernando Filograna, attentissimo alle tematiche culturali, assistito da don Luca Albanese, attuale responsabile per gli affari amministrativi, e da monsignor Giuliano Santantonio, direttore di ufficio e del Museo.
Il Museo, che occupa il primo piano dell’antico Seminario, di fronte all’Episcopio, nel cuore del centro storico di Nardò, ospiterà statue, suppellettili e paramenti sacri, e preziose tele, alcune delle quali recuperate nel corso degli anni, insieme a libri antichi, trafugati e poi ritrovati grazie alle ricerche certosine dei due direttori dell’ufficio che si sono avvicendati negli anni, don Santino Bove Balestra, negli anni ’90 e monsignor Giuliano Santantonio, dal 2000 ad oggi.
“I veri musei sono quei posti dove il Tempo si trasforma in Spazio”, – dichiara il vescovo della diocesi Fernando Filograna, citando lo scrittore turco Orhan Pamuk, premio Nobel per la letteratura nel 2006, che poi continua – “Sono rimasto ammirato dalla professionalità e dalla passione di quanti hanno prima sognato e poi realizzato, tassello dopo tassello, questa sezione del Museo Diocesano. Sono infatti tante le persone coinvolte, le donne e gli uomini che hanno creduto in questa modalità di comunicazione dei valori del Vangelo e della Tradizione in maniera tangibile, mediante la raccolta e l’esposizione di opere un tempo nascoste che diventano per la prima volta fruibili da parte di chi vorrà visitare con la mente e con il cuore tale Museo.
Le opere d’arte sono testimonianza viva e pertanto strumento di evangelizzazione permanente in una società che, oggi più di ieri, ha bisogno di toccare con mano quanto la Chiesa ha saputo costruire nel tempo attraverso le mani di tanti uomini ispirati da Dio e dallo Spirito Santo che è Creatore”.

Don Pantaleo Roberto Tarantino
Ufficio stampa