Sono meridionale,
mio padre è l’ulivo,
mia madre è la vite.
Abito a sud,
ma ho la pelle come la tua,
abito anche a nord.
La tua città, popolata di gente
e gremita di attrattive nelle piazze,
mi affascina,
non mi fa sentire solo.
Il mio paese è
un borgo di case bianche,
addormentate sui muretti a secco
dipinti di fichidindia.
Qui, la sera, ci ritroviamo in famiglia,
accendiamo il fuoco
e parliamo ai bambini degli antenati,
della terra,
dei misteri del mare.
Se fermi lo sguardo
oltre l’orizzonte,
nei giorni di tramontana limpida e secca,
puoi vedere le montagne dei paesi lontani.
Così il sud ti insegna che non esistono bandiere,
frontiere,
che i confini sono un’illusione,
che puoi tendere la mano al nord
e fare un ponte con l’altra sponda del mondo.
Sono un meridionale,
però ho la pelle uguale alla tua,
abito anche al nord.
Ho studiato come te,
ho sudato come te.
Ho sogni anche io
per i fiori del nord,
per i fiori del sud,
per i figli del mondo.
Abito accanto a te,
più a sud.
Qui si va ancora per la campagna e
i bambini danzano i canti popolari.
Sono terrone,
ma non ho paura,
non mi vergogno delle mie radici.
Sono meridionale,
ma sono irripetibile,
come te.