Nella Biblioteca comunale di Presicce-Acquarica, mercoledì 21 febbraio dalle 18
letture di testi in diverse lingue e inaugurazione della sezione bilingue
In occasione della Giornata internazionale della Lingua Madre, che si celebra il 21 febbraio, la Biblioteca comunale di Presicce-Acquarica ospita un evento di promozione del multilinguismo e di sensibilizzazione sulla diversità linguistica e culturale, organizzato da Terzo Millennio-laboratorio di Umana Solidarietà, il Comune di Presicce-Acquarica e la Biblioteca Comunale in collaborazione con il Sistema bibliotecario del Capo di Leuca.
Dalle 18, alcuni ospiti del progetto SAI del Comune di Presicce-Acquarica, donne, uomini e ragazzi rifugiati, leggeranno dei testi in lingua dari, in pashtu, in ucraino, in nigeriano e in arabo, tradotti poi in italiano per il pubblico. In seguito, sarà inaugurata la sezione bilingue della biblioteca, realizzata attraverso la collaborazione con l’associazione Terzo Millennio, che ha donato 28 testi interculturali di autori italiani e stranieri, con testo in lingua originale e traduzione in italiano.
L’iniziativa ha il fine di sensibilizzare all’accoglienza della diversità attraverso l’ascolto di storie e alfabeti che hanno origine in luoghi distanti e lontani, che portano con sé nuovi sguardi sul mondo.
La giornata internazionale della lingua madre è indetta dall’UNESCO per il 21 febbraio di ogni anno. Istituita nel 1999, e celebrata dall’anno seguente, nel 2007 è stata riconosciuta dall’Assemblea generale dell’ONU, contemporaneamente alla proclamazione del 2008 come Anno internazionale delle lingue. Il 21 febbraio è stato scelto per ricordare quando, nel 1952, diversi studenti bengalesi dell’Università di Dacca furono uccisi dalle forze di polizia del Pakistan (che allora comprendeva anche il Bangladesh) mentre protestavano per il riconoscimento del bengalese come lingua ufficiale.
“La lingua madre è la lingua del cuore, delle emozioni e degli affetti. Per un bambino è la lingua delle coccole, dei giochi, delle ninne nanne, della complicità e dei primi racconti. Contiene parole che sussurrano, consolano, sgridano, rassicurano, insegnano. Il codice materno permea profondamente la nostra storia e l’immagine del mondo che, grazie a esso, noi ci costruiamo. Non è dunque ‘un guanto, uno strumento usa e getta. Essa innerva la nostra vita psicologica, i nostri ricordi, associazioni, schemi mentali’, come scrive Tullio De Mauro. Una lingua ‘prima’ inoltre non ostacola i successivi apprendimenti ma, al contrario, apre a nuovi linguaggi e apprendimenti.”
tratto dalla pubblicazione: “OGNI LINGUA VALE. Conoscere e valorizzare la diversità linguistica nei servizi per l’infanzia e per le scuole”.
Ufficio Stampa Espera