Emiliano presenta il progetto per decarbonizzare la centrale Ilva di Taranto alla Conferenza sui cambiamenti climatici a Marrakech

L’invito al governatore della Puglia per partecipare alla 22^ COP, la Conferenza delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici, è arrivato dall’Organizzazione mondiale della Sanità.
Aperta il 7 novembre scorso a Marrakech, alla Cop 22 partecipano 20mila fra politici, amministratori, responsabili di associazioni e organizzazioni non governative, in rappresentanza di 196 paesi, la metà dei quali hanno già sottoscritto gli accordi di riduzione delle emissioni, nella scorsa sessione, Cop 21, tenutasi a Parigi, a dicembre dello scorso anno.

Gli accordi di Parigi prevedevano, come obiettivo, di ridurre l’ossido di carbonio «il più presto possibile» e di fare del proprio meglio per mantenere il riscaldamento globale «ben al di sotto di 2 °C» in più rispetto ai livelli pre-industriali.
A Marrakech, la seconda città più inquinata del Marocco dopo Casablanca, nel pomeriggio di martedì 15 novembre, Michele Emiliano ha illustrato il progetto pugliese per la decarbonizzazione e la trasformazione a gas della centrale Ilva di Taranto, che farà da traino, si spera, alla riconversione di quella di Cerano a Brindisi.
«Come abbiamo fatto l’anno scorso a Parigi – fa sapere Emiliano – si tratta, ancora una volta, di spiegare a tutto il mondo il nostro piano di decarbonizzazione dell’Ilva e del modo attraverso il quale cercheremo di salvare una fabbrica che il governo definisce strategica ma che se funziona ancora a carbone rischiamo di continuare ad uccidere. Questo nostro piano – spiega il presidente pugliese – ha suscitato l’interesse della comunità scientifica internazionale, in particolare dell’Oms».
Sulla decarbonizzazione è intervenuta Maria Neira, direttrice del Dipartimento Salute pubblica e Ambiente dell’Oms. «Una buona legislazione sulle politiche energetiche e la riduzione dell’uso del carbone – ha detto – può contribuire a lottare contro il riscaldamento e il cambiamento climatico e allo stesso tempo, cosa più importante, generare enormi benefici per la salute. Il giorno in cui i cittadini capiranno che questa non è una questione ambientale ma soprattutto una questione di salute – ha aggiunto – quel giorno le cose si potranno fare in una maniera molto più strategica».
Uno dei massimi esperti mondiali di decarbonizzazione è il prof. Paul Wilkinson, inglese, componente della commissione sul clima.
«E’ stata riconosciuta l’importanza enorme della relazione fra energia e salute – ha detto – E non solo guardando dalla prospettiva dei cambiamenti climatici, ma perché la produzione di energia e l’uso dei combustibili fossili dà origine ad emissioni che intaccano la qualità dell’aria, che ha sostanziali ripercussioni sulla salute».
La battaglia di Michele Emiliano trova una sponda anche nel ministro dell’Ambiente Galletti, convinto che la decarbonizzazione sia strada giusta.
«Decarbonizzare allunga la vita – dice con uno slogan Emiliano – Non solo dei tarantini e delle persone che vivono vicino alle fabbriche alimentate a carbone, ma allunga la vita del pianeta perché riduce l’effetto serra. Il progetto pugliese di decarbonizzazione dell’Ilva – conclude Emiliano – è un’idea che potrebbe mettere l’Italia alla testa delle nazioni civili. Noi siamo pronti a collaborare col governo e a fare dell’Italia il luogo dell’elaborazione di questa nuova tecnologia che consente di fare a meno del carbone».