RISI, D’ALEMA E LA PECORA DOLLY

Se D’Alema fosse la Pecora Dolly, Risi sarebbe il suo imperfetto clone politico, almeno in termini di esibizione del potere. D’altronde a Nardò si dice che “li tumuli li ccocchia lu ientu e li cristiani Diu” e questo detto sembra fatto apposta per il duo D’Alema – Risi.

 

La terribile scena di un ex primo cittadino che, a seggi aperti, scorazzava con l’Audi del comune, l’autista del comune e la benzina pagata dal comune, si è ripetuta, amplificata, con un D’Alema calato a Nardò a chiedere voti con tanto di scorta pagata dai cittadini italiani.
Così noi, che quando chiamiamo le forze dell’ordine ci facciamo il segno della croce nella speranza di trovare una pattuglia in servizio e disponibile, siamo stati costretti ad assistere alla scena di uno spiegamento di uomini e mezzi messi a disposizione di un solo uomo, in giro per le nostre strade per fare campagna elettorale a se stesso.
Una grottesca esibizione di potere a favore di quanti il potere lo hanno perso in quel 19 giugno di liberazione dei neretini. Un’occasione, quella di ieri, che ha segnato in maniera plastica e netta la spaccatura tra le opposizioni, con Risi attorniato da protagonisti della prima repubblica e personaggi più o meno fake accorsi ad osannare Massimo D’Alema proprio mentre un’altra parte dell’opposizione contestava all’ex primo cittadino il tradimento del mandato elettorale. Risi, infatti, non ha voluto più rappresentare i cittadini in consiglio comunale “per mancanza di tempo”, salvo poi trovarlo per chiedere il voto a favore di questo candidato romano, che viene in Puglia, prende i voti del Salento e se ne torna a prendere il sole sulla barca a vela.

Alessandra De Trane
Dirigente Andare Oltre – Nardò