“È davvero ignobile vedere dove è giunto lo strapotere di alcuni capi e capetti”

In qualità di dipendente della Asl Lecce, assunto a tempo indeterminato dal 1986 con la qualifica di CPS Infermiere, e di rappresentante sindacale dei Comitati di Base della sanità di Lecce, ho chiesto con gentilezza al neo direttore della Asl Lecce di ricevermi per poter avere un incontro con lui, perché ho necessità di esporgli delle cose assurde ed insensate che stanno accadendo nella nostra Asl.

Intanto porgo il più sincero augurio per questo nuovo mandato al dr. Narracci, che Le è stato conferito, ed auspico davvero che possa operare per il bene di tutti i lavoratori di questa Asl, ma soprattutto per nell’interesse di tutti i cittadini di questa provincia.

Spero che questa missiva gli venga consegnata in tempi ragionevolmente brevi, e non invece intercettata per primo da capi e capetti sindacali (?).

Parto da una esperienza personale: e lo faccio per narrare quanto è difficile, in questa Azienda sanitaria, non avere capi sindacali o politici che ti raccomandano e ti appoggiano.

In data 16 gennaio 2018 chiesi alla Direzione di questa azienda di essere trasferito dal Distretto S.S. di Galatina presso il Distretto Socio-Sanitario di Nardò.

Domandavo questo perché mia madre risiede a Nardò, è anziana, ha riconosciute patologie, oltre che indennità di accompagnamento e benefici della L. 104. Inoltre mia moglie ha l’80% di invalidità, e in più riconosciuta benefici L.104.

Tengo a precisare, che la stessa richiesta la inoltrai già nel lontano novembre 2016, con le stesse motivazioni, e dunque domandavo di essere trasferito al Distretto di Nardò, e a marzo 2017, non avendo nel frattempo ricevuto formale riscontro da nessun dirigente, sollecitavo la direzione a fornirmi una plausibile giustificazione a quell’incomprensibile silenzio dell’amministrazione.

E mi chiedo ancora oggi del perché non potevo, e non posso, avere mobilità a Nardò.

Alla data del 1 febbraio 2018, non avendo ottenuto nessun riscontro alla mia del 16 gennaio u.s., chiedevo di essere momentaneamente spostato in Direzione medica del P.O. di Galatina.

Ad oggi, ancora una volta la storia si ripete, non ho ottenuto nessuna risposta.

Le uniche telefonate che ho ricevuto sono di alcuni rappresentanti o delegati(?) sindacali, sicuramente avvertiti in tempo delle mie richieste, che cercavano da una parte di dissuadermi a desistere nel reclamare quella mobilità, e dall’altra di convincermi a fare uno scambio con altri lavoratori che si trovano nella mia stessa situazione.

Quasi sia si ponevano come garanti, per favorirmi ad ottenere quel trasferimento. E lasciavano intendere che lo avrebbero fatto, o comunque non si sarebbero opposti alle mie richieste, se avessi promesso almeno di iscrivermi alla loro organizzazione sindacale.

In data 7 febbraio 2018 la coordinatrice infermieristica, della direzione Asl, effettua un sopralluogo presso la direzione medica di Galatina, al fine di capire se il sottoscritto era in quel posto di lavoro senza ordine di servizio. E questo, con molta probabilità, su richiesta, non formale, degli stessi responsabili sindacali?

A questo proposito Le chiedo gentilmente Direttore:

come mai, prima ancora di un direttore sanitario e generale, un’istanza di mobilità vengono a conoscenza per primi i responsabili sindacali e poi un direttore in questa ASL?

Ma è regolare questa cosa?

E può un delegato sindacale, a seconda se il lavoratore è iscritto alla sua confederazione sindacale, e se non lo è cercare di esercitare pressioni per farlo iscrivere, comunque intromettersi ed intervenire, come possibile intermediario, per cercare di favorirlo nelle abituali richieste?

Questa è una cosa indegna in un paese democratico.

E tutto questo al fine di esercitare costrizioni ignobili contro un lavoratore, e nello stesso tempo per cercare di far capire chi comanda davvero in questa Asl?

Ma è possibile una cosa del genere?

Possibile che il sindacato oggi si sia trasformato in questo? E cioè in una lobby o gruppo di pressione influente contro una parte dei lavoratori?

Ovvio che adesso non starò fermo, e con le mani in mano, e finalmente farò in modo che qualcuno faccia chiarezza in questa ASL, e chiederò giustizia.

Egregio direttore, inoltre mi chiedo anche questo:

e se così come è stato fatto verso lo scrivente per una banale istanza di mobilità, allo stesso modo il metodo è quello di controllare per esercitare pressioni, e non solo, in tutti i settori di questa Asl?

Allora i ritardi e gli ostacoli non vengono solo per la famosa e ben conosciuta, senza volto, burocrazia classica, o perché l’amministrazione pubblica è lenta di suo, ma perché esistono soggetti che al posto di favorire il buon governo di questa Asl, lo impediscono deliberatamente?

Direttore non le dico queste cose per porre questioni di carattere politico, perché siamo in campagna elettorale, ma lo faccio perché sono stanco di questo brutto andazzo, e credo che così facendo sto esprimendo quella che è l’esperienza di migliaia di lavoratori, e anche cittadini, che giornalmente vedono calpestati i propri diritti sacrosanti.

È davvero ignobile vedere dove è giunto lo strapotere di alcuni capi e capetti, che di sindacato vero non hanno nulla, che credono davvero di poter mettere in pratica ingiuste persecuzioni su operatori che non si allineano, e che non si scherano o che non hanno una vergognosa, e para-mafiosa, copertura sindacale.

Non è vero, Egregio Direttore, che non sono iscritto a nessun sindacato, non sono iscritto alle oo.ss. tradizionali e burocratizzate, ma faccio parte dei Comitati di Base, e nelle telefonate minacciose di questi giorni ho giocato una parte, quella di chi dice che non è iscritto a nessuno sindacato, solo per capire dove riuscivano ad arrivare questi signori, che tanto signori non sono.

Adesso Egregio Direttore le chiedo di essere ricevuto la Lei, per spiegarle di persona la mia situazione, e perché Lei possa finalmente fare chiarezza in questa Asl che si accinge a governare.

La ringrazio e, in attesa di essere ricevuto, le invio distinti saluti.

Maurizio Maccagnano

Legale responsabile sindacale

COBAS Sanità ASL Lecce