La termoablazione a Chioggia? Altro che innovativa! E’ una metodica che si pratica da oltre 10 anni. Le rimostranze del prof. Spiezia degli «Incurabili» di Napoli

Ha sollevato un putiferio in tutta Italia l’annuncio «trionfalistico» della Asl 14 di Chioggia, nel Veneto, che martedì scorso ha pubblicato un comunicato con il quale dà notizia di «un ago incandescente che scioglie il tumore in pochi minuti».
La tecnica, “innovativa” – si legge nel comunicato che ha indispettito le chirurgie di mezza Italia – si chiama “termoablazione” e consente di intervenire anche ambulatorialmente sui tumori al fegato, ai reni, ai polmoni, alla tiroide e alle ossa, in un’unica seduta.

Ciò che più ha indignato e mortificato i chirurghi degli altri centri in Italia è stata l’orgogliosa notazione riportata sul sito ufficiale della Asl veneta, evidentemente sull’onda dell’entusiasmo : «I nostri professionisti – sono parole del direttore generale Giuseppe Dal Ben – stanno al passo con i tempi nella formazione e nelle tecnologie proprio per garantire servizi eccellenti ai cittadini che scelgono le nostre strutture. Cerchiamo di curare con le tecniche più innovative, che permettono ai nostri malati di soffrire di meno e di tornare a casa propria e riprendere la quotidianità in tempi rapidi». Le cose stanno proprio così?
Salute Salento ha sentito al telefono il prof. Stefano Spiezia (in foto), primario di Chirurgia Endocrina all’ospedale “Incurabili” di Napoli, che ha pubblicato su facebook un intervento di vibrata protesta nei confronti dei chirurghi dell’ospedale di Chioggia.
«Questa tecnica è vecchia di almeno 10 anni – sostiene il chirurgo – Non lo dico io, lo dice la comunità scientifica. La mia è solo una delle voci che si sono alzate in coro per protestare contro questa scorrettezza, che secondo me ha solo uno scopo pubblicitario, ma che alimenta false speranze nei pazienti ammalati di cancro». E aggiunge, «Questa è una cosa grave che meriterebbe una condanna severa. Io farò un esposto insieme ad altri colleghi».
«Intanto – continua Spiezia – non c’è niente che sciolga il tumore. Questa metodica con le microonde noi la facciamo da 12-13 anni e da almeno 20 anni con il laser. A me pare – chiosa il primario napoletano – che l’unica cosa innovativa sta nel fatto che a Chioggia hanno usato questa tecnica per la prima volta e basta. Finalmente nell’ospedale di Chioggia si sono ricordati che esistono anche questi trattamenti non invasivi. Sono in ritardo».
Su facebook interviene il dottor Pasquale Molinari dell’Istituto Oncologico di Bari. « La termoablazione epatica e polmonare, in sinergia con la chemioembolizzazione e altri trattamenti con altrettante tecnologie (elettroporazione reversibile e irreversibile… radioembolizzazione epatica.. dialisi di fegato con tecnologia Mars e Prismaflex..) vengono applicati da anni dall’Oncologia interventistica dell’Irccs istituto tumori di Bari». Soprattutto dal dottor Cosmo Damiano Gadaleta e dal suo staff.
L’unità é dotata di 18 posti letto, 14 per la degenza ordinaria e 4 per il Dh. Una realtà futuristica e multidisciplinare nella cura dei tumori che consta di 8 medici, 4 radiologi interventisti e 4 oncologi medici,

oltre al personale infermieristico e tecnico. Dispone di una propria sala operatoria con un sistema ibrido (Angiografo e CT), un’appparecchiatura all’avanguardia per i trattamenti combinati. E’ l’unica in Italia e tra le poche al mondo. Anche il Sud fa scuola.