Caro Pippi Mellone,
l’immondizia che mi hai lanciato addosso non mi sorprende. Rientra nel tuo stile, nel tuo modo di affrontare gli avversari, nell’idea che hai della nostra comunità. Le tue frasi offensive, cariche di odio, ricche di falsità, traboccanti di insicurezza rappresentano pienamente tutta la cattiveria, la rabbia ed il senso di accanimento che nutri nei confronti di chi non osa renderti omaggio in ogni tua singola decisione. Nella riunione che si è tenuta ieri pomeriggio nella sede della Pro loco di Boncore ed alla quale tu, da Sindaco, avresti dovuto prendere parte, il clima era teso. È vero. Decine di genitori erano esasperati, stanchi, provati da una classe dirigente che oggi piuttosto che guardare in faccia i propri concittadini, quegli stessi concittadini ai quali ha chiesto il voto promettendo di rivoluzionare tutto, preferisce delegare. Non partecipare, non rispondere, dribblare. Nel corso di quella riunione avrei potuto fomentare gli animi, incitare la rabbia che dilagava contro la tua amministrazione, accendere i toni, ma non l’ho fatto. Perché io ero lì per trovare una soluzione ai problemi nevralgici di miei concittadini. Ero lì in qualità di rappresentante delle istituzioni, quelle stesse istituzioni che tu calpesti goffamente.
Ho portato a conoscenza di quei genitori quella che era la proposta messa in campo dal gruppo consiliare di cui faccio parte, che si sostanzia in un protocollo d’intesa tra i Comuni di Nardò e Porto Cesareo acchè si possa garantire il servizio di trasporto pubblico scolastico ai piccoli del Boncore. Uno scuolabus, un singolo e misero scuolabus. Mentre parlavo una persona mi ha interrotto urlando, si è avvicinata a Paolo Maccagnano e gli ha tirato una sberla.
Con il mio collega Daniele Piccione siamo stati i primi a condannarequel gesto. I primi a manifestare a Maccagnano il nostro rammarico, i primi a diramare un comunicato stampa per stigmatizzare quello spiacevole episodio verificatosi in una riunione partecipatissima. I primi ad invitarlo a denunciare quanto accaduto. Tu, invece, sei un vigliacco. Uno che fugge dal confronto. Uno che parla senza evidentemente conoscere i fatti. Dall’alto della tua stanza di Palazzo lanci “FACE-DIOZIE” alle quali danno credito solo i tuoi più stretti collaboratori, con compiacimenti imbarazzanti per la loro omologazione. Quasi delle clonazioni di pensiero, di frasi, di modi. La tua è una costante macchina del fango. Lo era quando siedevi all’opposizione, quando pur di costruirti una tua “immagine” non badavi a colpire famiglie, affetti, legami, amicizie che avevano la sola colpa di ruotare attorno alla sfera politica. Lo è ancor di più oggi, che si carica di un vergognoso senso di contraddizione additando noi come “generatori di odio” ed altra robaccia simile che mi viene difficile riportare. Per quello che hai scritto potrei querelarti, per preservare la mia onorabilità. Anche se le tue sono solo parole dettate da un profondo senso di rabbia e smarrimento che non trovano fondamento nella realtà. Io intendo la Politica in maniera differente. Così come ci ha insegnato Don Tonino Bello che la definiva “un’arte nobile” quando ci diceva “non demordete: la coerenza paga, anche se con qualche ritardo. Paga anche l’onestà. E la speranza non delude”. Ora, però, non fare che questo dibattito inconcludente duri a lungo. Ai cittadini non interessa un granché. Non ti chiedo di vestire i panni del Sindaco – hai già dimostrato di non saperli indossare in nessuna occasione – ma almeno rendi più semplice la vita dei genitori di Boncore, garantendo uno scuolabus che accompagni i loro figli nei luoghi in cui si stanno preparando alla loro, di vita. È un tuo dovere.
Lorenzo Siciliano
Consigliere Comunale
Partito Democratico